
Raccolta di liriche ispirate dai capolavori del Museo Barbella a Chieti
Dedica: Ai miei figli, ai miei nipoti e pronipoti
Anno di pubblicazione: 2001 – èDICOLA Editrice
PRESENTAZIONE
Bianca Maria De Luca – Direttrice del Museo
Nell’ambito dei programmi didattici del Museo Barbella sono previsti alcuni “Incontri con l’autore”; già due pomeriggi sono stati dicati ai maestri Gaetano Memmo e Antonio Di Fabrizio che hanno illustratrato con alcune opere di pittura il loro percorso artistico.
Il Barbella apre ora le porte ad un poeta: Raffaele Fraticelli conosciutissimo cantore teatino in vernacolo, che ci propone una rilettura in versi di alcune opere custodite nel Museo.
Nel saggio, dall’invitante titolo CANTI D’INCONTRO, Fraticelli ha riunito colori e immagini, impronte e magie, canti e sogni: un album che rievoca momenti e frammenti inediti di storia della nostra terra; i suoi versi si snodano a fornire quasi una guida illustrata e sonora nella parlata popolare.
Lo accogliamo, dunque, nelle prestigiose sale del Museo certi che il suo nuovo lavoro troverà il consenso degli amatori e degli studiosi e, soprattutto sarà uno stimolo per i giovani che, con rinnovata curiosità e sootto una nuova formula, potranno conoscere le grandi opere dei padri.
PREFAZIONE
Prof. Umberto Russo
E’ un fatto ricorrente nella storia delle attività creative quello dell’incontro -meglio si direbbe, della simbiosi- tra le varie arti, a reciproco sostegno, a potenziamento della loro efficacia suggestiva sui fruitori, ad esaltazione del loro carattere eminentemente umano, cioè di produzione tipica ed esclusiva dell‘homo sapiens.
A questo principio antico e sempre attuale si è rifatto Raffaele Fraticelli nell’approntare un’antologia tutta particolare della sua feconda poesia in dialetto: l’ispirazione egli l’ha trovata nelle sale di quel Museo “Costantino Barbella” che è uno dei gioielli culturali della sua Chieti, osservando quadri, sculture, ceramiche, espressioni di un’arte che appartiene a tutti gli abruzzesi, perchè prezioso patrimonio della regione, ma in particolare a coloro che direttamente lo custodiscono, favorendone la conoscenza con opportune iniziative di divulgazione. E così la poesia si coniuga con la pittura e la plastica, la parola rispecchia i colori e le forme, il ritmo dei versi si accompagna a quello delle linee, delle masse, delle sfumature.
Varia è la gamma dei soggetti che hanno sollecitato l’estro del poeta: da motivi di pietà religiosa a scene di folclore, dalla gastronomia regionale a particolari situazioni psicologiche e sentimentali; ma tutta la tematica è ricondotta ed affrontata ad opere di artisti, prevalentemente abruzzesi, che da quei soggetti hanno attinto pur essi ispirazione per creare dipinti, sculture, ceramiche, oggi conservate nel Museo teatino.
Il tema del sacro nei suoi riflessi più popolari, cioé come sentimento e culto devozionale della gente comune, investe la poesia sull’Annunciazione a Maria, Lu pasturelle ‘ndajatore, Dope lu Miserere, pervasa, quest’ultima, da un’intima, commossa adesione al momento liturgico del Venerdì Santo. Sullo stesso registro, ma con maggiore apertura all’aspetto folclorico, la breve scena su L’uva nere, le sagne e Sant’Agata.
Più numerosi i componimenti che traggono motivo dagli affetti familiari, a partire da Lu sonne, riferito all’affascinante Prima nidiata di F. P.Michetti, e da Raffaele, accostato a un bozzetto di C. Barbella. Questo autore, poi, è presente per parecchi altri “raffronti”, tutti concernenti le diverse situazioni sentimentali che investono i componenti del tradizionale nucleo della famiglia: Dimme!, Segne de nozze, La morte, La presentose.
Ancora sul versante dell’ispirazione folclorica si collocano La scupine (che rimanda al dipinto di Basilio Cascella Il sonno e il suono) e Cicirchiata nóve, che prende lo spunto da un tondo in maiolica di Fedele Cappelletti.
Ma non mancano liriche che svolgono con delicata sensibilità tematiche sociali, come le condizioni di vita dei rom e degli emigranti (La zènghere, Lu migrante, Ha rivinùte Rocche da ‘sse Mèreche), suggerite da un eloquente bozzetto barbelliano, e soprattutto il ricordo della dura vita dei “cafoni” abruzzesi (Cafone ‘n croce), abbinato a un dipinto di B. Cascella. Né manca la rievocazione di quella dolorosa, tragica pagina di storia locale che fu l’occupazione nazista del 1943-44, rappresentata figurativamente nella grande composizione ceramica del Palazzo d’Achille da Tommaso Cascella e sintetizzata con fine partecipazione emotiva da Fraticelli ne Le fèmmene di Chiete.
A una fonte letteraria si richiamano, invece, i due frammenti-saggio di traduzione in dialetto della Figlia di Iorio di D’Annunzio, che il poeta amorevolmente ha in cantiere.
Infine, un divertissement nel quale si ravviva lo spirito mordace di “Zi’ Carminuccio”, Lu sorge, che commenta con frizzante umorismo un quadro settecentesco di anonimo napoletano, Satiro “sondeur”.
Questa silloge che ripropone agli amici, agli estimatori, ai conterranei di Raffaele Fraticelli il frutto della sua inventività e della sua sensibilità è il risultato di una partecipazione cordiale alla vita dell’arte, di una immedesimazione con le espressioni più significative della creatività (abruzzese e non) custodite nel Museo “Barbella”, quelle che -l’autore suggerisce ne Lu silenzie- vanno assaporate e comprese con lo stesso pacato ed estatico piacere con cui si contempla un suggestivo paesaggio naturale: è la vita, insomma, in tutte le sue forme a suscitare nell’artista -di penna, di pennello o di bulino- lo stimolo a produrre le immagini che egli offre all’ammirazione altrui.
INDICE
Presentazione M. De Luca, Direttrice Museo, 7
Lu silenzie, 9
Lu camine di li stelle, 11
Prefazione – Prof Umberto Russo, 13
Annunciazione, 17
Raffaele, 21
Lu sonne, 23
La zènghere, 25
Lu migrante, 26
Ha rivinute Rocche da ’sse Mèreche, 27
Segne de nozze, 29
Dimme, 31
Aligi ( Figlia di Iorio), 34
Lu pasturelle ’ndajatore, 35
Mila (Figlia di Iorio), 42
Esaltazione immaginaria, 45
Dope lu Miserere, 51
Le fèmmene di Chiete, 55
Lettera all’aldilà, 58
L’ûteme sonne, 59
La Morte I – II – III, 61
Fa bene e scurde, 63
Cafone ’n croce, 65
La scupine, 69
Cante di lune, 71
La presentose, 73
Cicirchiata nóve, 77
L’uva nera, le sagne, S. Agata, 81
Lu sorge, 85
L ’ûtema sunate, 85
Note bio-bibliografiche, 89